Scritto da Brando Bardini
Edit Alessandro Lo Conte
Introduzione
Fraseggio, suoni, indipendenza, dinamica, microtime… la lista dei punti forti del batterista protagonista di questo nostro articolo potrebbe essere ancora lunga e variegata. Stiamo parlando di Phil Mer, un batterista della nuova generazione italiana, che negli ultimi anni è diventato un vero punto di riferimento per la nostra musica.
Batterista definito in più occasioni “avanti” rispetto ai tempi, Phil è un grande sperimentatore che nel tempo, grazie ai suoi studi, è riuscito a miscelare tante componenti batteristiche portando agli occhi e alle orecchie di tanti amanti dello strumento una nuova concezione di batteria.
Biografia
Phil Mer (abbreviativo di Philipp Mersa) nasce e cresce, fino all’adolescenza, nella Valle del Vipiteno. Si può dire che il suo primo approccio alla batteria sia stato un “classico” nel mondo dei batteristi, proprio perché il piccolo Phil dimostrava la sua volontà di fare musica suonicchiando su cuscini e pentole. Tuttavia il suo primo avvicinamento allo studio vero e proprio della musica avverrà in maniera ben diversa. Phil racconta che negli anni della sua infanzia era difficile trovare un insegnante di batteria nella sua zona e che quindi gli unici strumenti che avrebbe potuto imparare a suonare erano o il pianoforte o il flauto dolce.
In quegli anni, la sua sarà una visione della musica un po’ a doppio senso. Attraverso lo strumento del pianoforte, riesce ad assorbire la disciplina vera e propria dello studio della musica grazie soprattutto alla madre che lo segue (visto che lei stessa ha frequentato il conservatorio), mentre con il suo primo amore, la batteria, Phil riesce a suonare le canzoni confrontandosi con atri musicisti anche se, almeno inizialmente, con un approccio meno teorico ed impostato. A 11 anni infatti suona nella sua prima band, formata con ragazzi più grandi di lui, con la quale faceva le prove di notte durante le vacanze dalla scuola, una volta che gli altri avevano finito di lavorare.
Successivamente, per questioni famigliari, Phil si trasferirà a Verona attorno ai 14 anni. Vista la sua passione per la batteria decide di iniziare a prendere lezioni di strumento accantonando in parte il pianoforte, dal momento che fino ad allora si poteva definire a tutti gli effetti un autodidatta. Inizierà a studiare a Brescia con Alfredo Golino, che una volta aver notato le potenzialità del giovane Mer, decide di intraprendere con lui un percorso che lo faccia ripartire dalle basi, lavorando in maniera massiccia sul punto di vista tecnico e quindi andando a colmare quelle lacune legate all’assenza di un maestro nella vita batteristica di Phil. Da qui in poi, lo studio con un grande batterista come Golino farà maturare tutto il talento di Mer.
Se Phil arriva ad intraprendere questo percorso è anche grazie al “terreno fertile” (artisticamente parlando) nel quale si è trovato a crescere. Per dinamiche famigliari, Mer fin da piccolo ha modo di frequentare Red Canzian ed in maniera più generale il mondo dei Pooh: tant’è che da ragazzino il suo batterista preferito era proprio Stefano D’Orazio. Red Canzian conosce la passione di Phil per la batteria e per questo, fin da quando è un bambino, lo omaggia con regali come bacchette e piatti e spesse volte quando si presenta l’occasione, fa assistere il giovane fan ai soundcheck dei concerti del gruppo, dove chiaramente Mer rimane folgorato da quel mondo. Probabilmente l’immersione di Phil in questo mondo già da ragazzetto, ha dato un contributo determinante alle sue volontà artistiche, spingendolo a studiare in maniera sempre più determinata.
La prima grande occasione
Il giovane Mer durante i suoi studi al “Cambio Musica” di Alfredo Golino, inizia a fare i suoi primi lavori come batterista in diverse formazioni funk, jazz blues e rock. Inoltre prende parte anche nel musical “Pinocchio”, prodotto a Milano. La svolta però arriva a 23 anni, quando lo stesso Golino lo segnala a Pino Daniele che in quel momento sta cercando un batterista per la sua nuova tournée (Il mio nome è Pino Daniele e suono qui – 2007). L’occasione è davvero grossa. Da una parte la gioia di essere stato segnalato dal proprio Maestro per un provino simile, dall’altra l’emozione e la responsabilità di trovarsi al cospetto di un grande artista come Pino Daniele.
Due giorni dopo essere stato contattato da Golino, Phil vola a Roma per l’audizione senza la possibilità di prepararsi su nulla in particolare. Per una combinazione di orari, Phil viene avvertito dal fratello di Pino Daniele (suo agente) che prima di andare in studio per il provino, aspetteranno il cantante proprio in aeroporto, dal momento che sta tornando dalla Sicilia. Di conseguenza Phil farà il tragitto fino allo studio con Pino che, seppur mascherandoli nelle chiacchiere, fornirà a Mer dei dettagli importantissimi riguardo la sua visione del batterista; in particolar modo il timing (inteso come: il batterista deve staccare il tempo giusto del pezzo) e il volume che non deve essere eccessivo.
Arrivati in studio la “prova” sta per iniziare e Phil svolge alcune azioni che probabilmente attirano fin da subito l’attenzione di Daniele in maniera molto positiva. Il giovane batterista chiede una manciata di minuti per sistemare ed accordare la batteria, poi una volta deciso quale pezzo provare per primo, durante l’ascolto dai monitor, Mer stende velocemente la struttura. Infine, gioca i due assi nella manica: si posiziona un piccolo metronomo in prossimità della sacca delle bacchette (cosicché tramite i led dei bpm possa staccare i tempi giusti) e inizia a suonare con le spazzole.
La band sta provando, l’albergo per Phil non è stato prenotato come nemmeno un possibile volo di ritorno e le ore di musica sono quasi quattro. L’agente di Pino interrompe le prove per sapere “cosa fare del ragazzo” ed il cantante risponde: “Lui si ferma anche domani e dopo domani”. Così, dopo il tour primaverile del 2007, Phil sarà riconfermato anche per alcuni concerti estivi di Daniele e inizierà una collaborazione importantissima per lui che gli consentirà di imparare e crescere tanto iniziando a lavorare in maniera seria nell’ambito del pop italiano.
La carriera
Di colpo, nonostante la giovane età, i produttori iniziano a dare fiducia al batterista che nel giro di 3 anni si ritroverà a suonare con nomi del calibro di Michele Zarrillo, Patty Pravo (la quale lo riprendeva perché “andava troppo a tempo”) e Malika Ayane, esperienza quest’ultima che cambia la sua concezione anche al livello di suoni batteristici. Nel 2011 arriverà a sedere sullo sgabello dei Pooh per quasi tutta la loro tournée in sostituzione del noto turnista Steve Ferrone (che lascia lo sgabello dopo pochissime date), il quale a sua volta sostituiva Stefano D’Orazio che si era appena ritirato dal gruppo. Nel 2014 inizia la collaborazione con Francesco Renga con un memorabile tour da 50 date nei teatri e nello stesso anno è in tour con Red Canzian. Inoltre tra il 2015 ed il 2016 ha stretto collaborazioni live con Enrico Ruggeri, Lorenzo Fragola, Annalisa, Giorgia, Alex Britti, Saturnino Celani, Paolo Costa e Zero Assoluto.
Ad oggi collabora con numerosi artisti del panorama musicale italiano; in particolar modo con Red Canzian, Francesco Renga, Malika Ayane e The Framers (progetto jazz). In particolare l’estate scorsa (2022) ha affrontato tre tour contemporaneamente, girando tutta l’Italia tra Canzian, Renga e Ayane. Negli ultimi anni ha preso parte come batterista di orchestre televisive a programmi come “The Voice Italy” e “Name That Tune – Indovina La Canzone”.
Ha curato gli arrangiamenti e le orchestrazioni delle musiche che accompagnano il musical prodotto da Red Canzian “Casanova Opera Pop”, in giro nei teatri di tutta Italia dall’anno scorso e tutt’ora in scena. Inoltre, prenderà parte come batterista alla speciale reunion dei Pooh in programma martedì 7 febbraio al Teatro Ariston di Sanremo in occasione della prima serata del settantatreesimo Festival di Sanremo.
Durante tutto l’anno organizza seminari e clinic in giro per l’Italia, spesso accorpati a slot di lezioni singole. In più, Phil insegna batteria presso la scuola di musica “JAM” di Jesolo e alla scuola “Cento per cento Musica” di Roma.
Aspetti tecnici
Phil Mer è un batterista assai versatile. Sa spaziare dal jazz al rock con un’altissima qualità di fraseggio. La sua tecnica sopraffina, mescolata alla pulizia del suono e all’indipendenza degli arti, lo rendono uno dei batteristi più completi al livello tecnico in Italia. I suoni e la dinamica sono sempre curatissimi e costituiscono senza dubbio due dei suoi punti di forza. I suoi set sono sostanzialmente acustici, alle volte accompagnati da pad elettronici ma senza poter essere definiti “ibridi” al 100%.
Negli anni si è specializzato negli andamenti definiti “storti” e “ubriachi” (definiti così per l’impossibilità di essere precisamente trascritti) e quindi sul microtime. Attraverso anni di studio e decodificazione di andamenti e groove, ha sviluppato un’incredibile ventaglio di pronunce e la capacità di “quantizzarsi da solo”, per questo a volte sembra di ascoltare una drum machine. Il frutto del suo lavoro su indipendenza, pronunce, suoni dinamica e tecnica ha anche dato vita al suo primo metodo didattico uscito proprio il 24 ottobre 2022 e chiamato “In Between” (Volontè ed.). Negli ultimi anni ha anche realizzato dei video corsi per la piattaforma online Vibly.
ENDORSEMENT
- Evo Drumsticks – bacchette
- Remo – pelli
- Bosphorus – piatti
- Gretsch – batteria
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VIDEO
Brando Bardini
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