La musica può favorire l’empatia, capacità che ci permette di comprendere e riconoscere gli stati emotivi e
le necessità di chi ci circonda.
Attraverso un’esperienza musicale si attivano le aree del cervello che si occupano di imitazione ed empatia,
aree in cui si trovano numerosi neuroni specchio, i quali rendono proprie le azioni e le intenzioni di terzi. In
questo modo le persone riescono a condividere sentimenti ed emozioni (dolore, allegria, tristezza…), oltre a
pianificare le proprie azioni in funzione delle intenzioni altrui.
I neuroni specchio sono un gruppo di cellule scoperte negli anni 90 da un gruppo di neuroscienziati
dell’Università di Parma (guidati da Giacomo Rizzolatti), durante lo studio dei neuroni incaricati dei
movimenti della mano nelle scimmie. Con sorpresa dei ricercatori, questi neuroni si attivavano non solo
quando la scimmia realizzava un determinato movimento delle mani ma anche quando questa vedeva un
altro membro della sua specie realizzare lo stesso movimento.
Ecco un breve estratto dalla conferenza “Musicoterapia e i suoi benefici” per Biblioterme 2020: https://www.facebook.com/alessandrolocontedrums/videos/999085987273843
I neuroni specchio possono definirsi come un gruppo di neuroni dei primati, i quali si attivano sia quando realizziamo un’azione, sia quando osserviamo le azioni degli altri.
Per esempio: quando un professionista esegue un brano musicale e i suoi gesti riproducono le sue emozioni, è
possibile che i movimenti dello spettatore, di fronte ai gesti e alla musica del professionista, siano fortemente
relazionate all’attività dei neuroni specchio, i quali lo faranno sentire e agire come il professionista.